mercoledì 23 settembre 2015

Il ruolo del trotskismo nella vicenda cilena

Ho deciso di pubblicare questo breve articolo di Riccardo Rompietti, poco approfondito e documentato, ma condivisibile, per riaprire la questione de "l'estremismo, malattia infantile del comunismo" (Lenin) in questa epoca in cui gli ultrasinistri cominciano non a criticare in modo costruttivo il socialismo del secolo venutesimo in America Latina, ma a cercare di abbatterlo e screditarlo facendo così chiaramente il gioco del grande capitale monopolistico e degli USA.



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É da poco trascorso con l’11 settembre, il ricordo sentito di una grande figura politica del socialismo latinoamericano e mondiale, parliamo chiaramente di Salvador Allende presidente del Cile e lider della coalizione di “Unidad Popular”
Salvador Allende era un uomo il cui lungimirante programma politico di emancipazione nazionale e di transizione graduale verso una società maggiormente egalitaria non poteva essere certo tollerato dal potente vicino del Nord, il quale aveva, oltre che specifici interessi economici e geopolitici messi sotto scacco da Allende, ben altri progetti per il futuro della nazione cilena, poi messi in atto dalla criminale giunta golpista di Pinochet.
Unidad Popular” era una coalizione di partiti che accoglieva nel proprio seno socialisti, comunisti, radicali e varie altre sigle della sinistra cilena, ma prima ancora che con gli Stati Uniti e con le falangi più reazionarie dell’esercito, prima ancora che con la più chiusa oligarchia, il governo si trovò a dover fronteggiare gli attacchi e le calunnie degli “avventuristi di sinistra”, manipoli di estremisti, formalmente vicini alle aree trotskista ed anarchica, ma che in realtà condividevano argomenti e strategie con l’alta borghesia.
Il caso non era nuovo né esclusivamente cileno, infatti l’indistinto mondialismo che accomuna (oggi come allora) i “nuovi sinistri” e gli interessi capitalistici ha come primi avversari i movimenti social-comunisti nazionali; nei loro confronti in tutto il mondo è stata portata avanti una lotta spietata, forsennata, diretta a screditare, spezzare e, ove possibile, distruggere i partiti operai e contadini legati all’URSS.
Trovo di grandissimo interesse, sia per la lucidità delle analisi che per la completezza dell’esposizione, un agile pamphlet uscito sul Kommunist n. 18 del 1971 dalla mano di un membro della segreteria del CC del PCUS intitolato “Il trotskismo strumento dell’anticomunismo”.1
L’autore, in queste infuocate ma lucide pagine, delinea la natura ed il ruolo dell’estremismo di sinistra in favore dei nemici delle forze progressiste offrendo diversi validi esempi attraverso tutto il pianeta; il radicalismo che se ne evince, al di là delle concrete esperienze politiche, dal punto di vista ideologico porta come conseguenza ad una rarefazione dei rapporti di forza imbrigliando il movimento in un soggettivismo avventurista senza uscita. Per quanto riguarda l’America Latina è d’uopo ritornare sulle parole di Fidel:
La «IV internazionale»2 ha perpetrato…un vero crimine contro il movimento rivoluzionario con lo scopo di isolare questo movimento dal popolo, isolarlo dalle masse, screditarlo, contaminarlo con quanto di più insensato, rivoltante e nauseante che esiste attualmente nel campo della politica: il trotskismo…il trotskismo… si è trasformato in un volgare strumento dell’imperialismo e della reazione”.  Tornando al Cile è proprio in questo frangente che l’opera di Ponomariov da il meglio si sé, arrivando a preconizzare con l’aiuto del proprio fiuto politico quanto sarebbe accaduto sulla Cordillera de la costa nel volgere di pochi mesi. É dall’analisi dei fenomeni di entrismo, dei quali era stato oggetto anche il CC del PC cileno, che si evince la linea di questo particolare “anticomunismo di sinistra”: gruppuscoli insediatisi ai vertici del partito che operano di concerto con le organizzazioni reazionarie di estrema destra, condividendo con esse tattiche, strumenti e, soprattutto, finalità; lo scopo è infatti quello di isolare dalle masse le forze “Unidad Popular” e la figura di Allende.
Divisioni e sabotaggi che porteranno all’indebolimento della compagine governativa proprio nel momento in cui si scatenerà l’offensiva politico-economica dei gruppi industriali e degli USA che si concluderà com’è tristemente noto.
Dalla Ligue communiste révolutionnaire a Red Flag, dai vari “scissionisti” di USA , Cile e Giappone a Il manifesto, l’azione curata quanto improvvisa degli estremisti di sinistra nel nome di parole d’ordine ultrarivoluzionarie non ha mai fatto a meno del benevolente appoggio dei grandi oligopolisti i quali si sono ben giovati, in Cile come altrove, della canalizzazione dell’isterismo di determinate fasce di borghesia piccola piccola contro la minaccia ,che non potevano confessarsi, dell’emancipazione proletaria, tentando dunque di procrastinarla quanto più possibile con la ricerca senza fine di una radicalità iperuranea.
Voi siete uno strumento della provocazione imperialistica: questa è la vostra funzione obiettiva. E la vostra “psicologia” soggettiva è la psicologia del piccolo-borghese infuriato […]”.3


1. B. Ponomariov, Il trotskismo strumento dell’anticomunismo, Mosca, Novosti, 1972.
2. Organizzazione creata da Trotsky nel 1938.
3. V. Lenin, Opere, Roma, Editori Riuniti, 1967, vol 27, pag. 29

preso da: http://www.opinione-pubblica.com/2015/09/18/il-ruolo-del-trotskismo-nella-vicenda-cilena/

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