Care compagne e cari compagni,
è con grande emozione che mi trovo oggi a questo nostro 23esimo congresso.
Sono passati quasi dieci anni da quando a Locarno fui uno di quei giovanissimi a votare per il cambio del nome da Partito del Lavoro a Partito Comunista.
Avevamo deciso di cambiare nome per cambiare politica, per tornare ad essere scientifici, coerenti, indipendenti ed incisivi, per sviluppare le nostre idee e i nostri programmi in maniera autonoma e democratica, per tornare ad essere comunisti.
è con grande emozione che mi trovo oggi a questo nostro 23esimo congresso.
Sono passati quasi dieci anni da quando a Locarno fui uno di quei giovanissimi a votare per il cambio del nome da Partito del Lavoro a Partito Comunista.
Avevamo deciso di cambiare nome per cambiare politica, per tornare ad essere scientifici, coerenti, indipendenti ed incisivi, per sviluppare le nostre idee e i nostri programmi in maniera autonoma e democratica, per tornare ad essere comunisti.
È per
questo motivo che saluto con gioia i documenti elaborati dalla direzione, in
particolare la risoluzione inerente il tema dei flussi migratori, che getta le
basi affinché i comunisti abbiano una posizione chiara e intelligente sulla
questione, senza che si scada in una sterile carità di stampo cristiano, ma al
contempo senza che vengano abbandonati i principi comunisti della lotta al
razzismo, dell'internazionalismo e dell'unità di classe.
Non abbiamo
fatto l'errore di cadere nella trappola della borghesia, che si serve
organicamente di una certa sinistra ormai allo sbando per giustificare le
aggressioni imperialiste e la destabilizzazione di paesi sovrani.
Per
assurdo, chi a sinistra si dice paladino dei migranti, è spesso al contempo
parte di quell'apparato "dirittoumanista" che prepara il terreno alle
guerre, alle sanzioni e alle rivoluzioni colorate, cause principali, assieme
allo sfruttamento neocoloniale, dei flussi migratori stessi.
I paladini di Amnesty sono i primi a demonizzare molti dei paesi la cui unica colpa è quella di volere rimanere indipendenti rispetto all'imperialismo.
Possiamo quindi dire senza riserve, che costoro formano parte dell'avanguardia di una velata propaganda di guerra.
Abbiamo visto membri della sinistra sventolare bandiere dei ribelli siriani, applaudire il colpo di stato atlantico e nazifascista in Ucraina, invocare la morte di Gheddafi, e tanto altro, tra cui la martellante campagna di demonizzazione nei confronti dell'Eritrea, paese che non vuole sottostare ai diktat occidentali. Eritrea, paese certamente povero e non esente da contraddizioni, che dopo una Rivoluzione anticoloniale e progressista ha raggiunto, con le proprie forze, molti importanti traguardi nella lotta all'analfabetismo, nella sanità, nell'occupazione,... una piccola, concedetemi l'analogia forse un po' azzardata, "Cuba del Corno d'Africa", visto il Chaos, la violenza, le malattie e la fame che la circondano. Chaos utile al dominio occidentale sul continente.
I paladini di Amnesty sono i primi a demonizzare molti dei paesi la cui unica colpa è quella di volere rimanere indipendenti rispetto all'imperialismo.
Possiamo quindi dire senza riserve, che costoro formano parte dell'avanguardia di una velata propaganda di guerra.
Abbiamo visto membri della sinistra sventolare bandiere dei ribelli siriani, applaudire il colpo di stato atlantico e nazifascista in Ucraina, invocare la morte di Gheddafi, e tanto altro, tra cui la martellante campagna di demonizzazione nei confronti dell'Eritrea, paese che non vuole sottostare ai diktat occidentali. Eritrea, paese certamente povero e non esente da contraddizioni, che dopo una Rivoluzione anticoloniale e progressista ha raggiunto, con le proprie forze, molti importanti traguardi nella lotta all'analfabetismo, nella sanità, nell'occupazione,... una piccola, concedetemi l'analogia forse un po' azzardata, "Cuba del Corno d'Africa", visto il Chaos, la violenza, le malattie e la fame che la circondano. Chaos utile al dominio occidentale sul continente.
È nostro
dovere, in quanto comunisti ed internazionalisti, smarcarci e combattere questo
atteggiamento eurocentrico, altezzoso, paternalista, e, in fin dei conti, razzista,
di questa sinistra, se così la si può definire, che preferisce ostentare sul
web la propria carità al riconoscere reali problematiche e cercare soluzioni.
Una sinistra che nega i problemi e che insulta con disprezzo chi tra il popolo non è soddifsatto dalle sue politiche.
Una sinistra che nega i problemi e che insulta con disprezzo chi tra il popolo non è soddifsatto dalle sue politiche.
La Svizzera
non deve allinearsi agli Stati Uniti e ad alcuni faziosi rapporti dell'ONU
senguendo questa tendenza "dirittoumanista", che di dirittoumanista
in realtà ha ben poco. La Svizzera deve collaborare allo sviluppo e alla pace
in una prospettiva di mondo multipolare e di relazioni armoniose tra le
nazioni, mettendo realmente in pratica la tanto vantata neutralità, e stabilendo
contatti proprio con realtà interessanti in via di sviluppo come l'Eritrea,
piuttosto che con paesi guerrafondai e razzisti come Israele o come l'Arabia
Saudita.
La destra sembra che si stia accorgendo delle opportunità che danno varie realtà finora snobbate, mentre la sinistra, anti-ideologica a parole, ed in effetti priva di analisi, ma incrostata dogmaticamente sulle posizioni della cosiddetta ideologia "liberal", continua a brancolare nel buio o addirittura collabora con le peggiori lobbies destabilizzatrici e guerrafondaie.
La destra sembra che si stia accorgendo delle opportunità che danno varie realtà finora snobbate, mentre la sinistra, anti-ideologica a parole, ed in effetti priva di analisi, ma incrostata dogmaticamente sulle posizioni della cosiddetta ideologia "liberal", continua a brancolare nel buio o addirittura collabora con le peggiori lobbies destabilizzatrici e guerrafondaie.
Sappiamo di
stare dalla parte giusta della storia, cerchiamo di influire!
Amedeo Sartorio 27.11.2016
Amedeo Sartorio 27.11.2016